Per un’ecologia della mente e dell’ambiente
Il futuro è paperless? I nostri nipoti manderanno in soffitta giornali, libri e materiale realizzato su supporto fisico, la cara vecchia carta inchiostrata, per consacrarsi alla fruizione digitale? Nonostante la condanna a morte della lettura analogica, comminata qualche anno fa, la generazione dei millenials ha sfatato la profezia, riportando in auge il consumo culturale tradizionale. Per il settore della carta e della stampa è una grande rivincita, ma anche una sfida per il futuro. I giovani apprezzano i vantaggi di leggere su un supporto fisico, da toccare e sfogliare, ma sono anche attenti al risvolto ambientale di tale preferenza, perciò l’impegno green del comparto dovrò dimostrarsi all’altezza. Del resto, la sostenibilità dell’oggetto cartaceo (sia un libro, un giornale o una brochure), rispetto all’equivalente da consultare su ereader, smartphone e tablet è tra i motivi che hanno spinto le nuove generazioni a preferirlo.
L’Università di Washington ha condotto uno studio pilota sulle preferenze degli studenti, scoprendo che un quarto di loro preferisce la versione stampata di un libro rispetto a quella elettronica. Tra i motivi elencati al primo posto c’è il minor “effetto distrazione” della lettura su carta. Gli studenti impiegano più tempo a leggere il libro vecchia maniera, ma si concentrano meglio e imparano di più. Anche nel settore della narrativa, l’ottimismo verso il predominio degli ebook si è molto ridimensionato. In Italia, secondo l’Istat, Quasi il 60% dei nuovi libri pubblicati dalle grandi case editrici però non è stato rilasciato in digitale e anche l’operazione di trasferimento dei cataloghi dal cartaceo al digitale sembra essere rimasta al palo.
Chi vede in questo un mancato appuntamento con il progresso non tiene conto del “fattore economia circolare”. Un libro o una rivista prodotti con carta riciclata o realizzata responsabilmente possono essere condivisi e riciclati molte volte, con una impronta ambientale ridotta. Gli ebook spesso non sono “prestabili” e per consultarli è necessario un supporto tecnologico che consuma energia, è prodotto con elementi inquinanti, soggetto a obsolescenza e complicato da smaltire. Se è vero che il libro digitale costa meno all’ambiente rispetto all’equivalente cartaceo, in pratica, questo “risparmio” rischia di venire annullato dallo strumento necessario a leggerlo.
Nel 2017 Two Sides ha commissionato la ricerca Print and paper in a digital world, scoprendo che i consumatori dei dieci paesi interessati dallo studio manifestavano maggior piacere a leggere su carta che in digitale. Tra le ragioni la necessità di staccare dai dispositivi elettronici, su cui ritenevano di passare già troppo tempo, per dedicarsi al piacere di leggere, le preoccupazioni per l’impatto di tablet &affini sulla salute, la diffidenza riguardo al rispetto della privacy sul loro orientamento al consumo on line e la sensazione di essere “spinti” verso i prodotti digitali per esigenze di mercato più che dall’attenzione all’ambiente. Persino dal punto di vista commerciale la carta batteva il digitale, con il 71% che non prestava attenzione alle inserzioni on line e il 61% che invece sfogliava la pubblicità stampata e spedita a casa con interesse almeno una volta alla settimana.
Insomma, al momento, la carta, quando si tratta di comunicazione commerciale o di salute della mente e dell’ambiente, è ancora una scelta vincente…
29 Ottobre 2019